Jacques Lacan ha dedicato un’intera conferenza radiofonica a Lewis Carroll, intitolata Hommage à Lewis Carroll, trasmessa nel 1966 su France Culture. In essa, Lacan esplora come le opere di Carroll tocchino “i nessi più puri della nostra condizione d’essere”: il simbolico, l’immaginario e il reale. Questi tre registri psichici sono fondamentali nel pensiero lacaniano e sono incarnati nel viaggio di Alice.
Il corpo che cambia: il reale
Nel Paese delle Meraviglie, il corpo di Alice subisce trasformazioni radicali: cresce e rimpicciolisce in continuazione. Queste metamorfosi corporee rappresentano il reale lacaniano: ciò che sfugge alla simbolizzazione e non può essere pienamente integrato nel linguaggio. Quando Alice mangia la torta e cresce enormemente, o beve il liquido e diventa minuscola, il suo corpo diventa un luogo di eccedenza che non può essere contenuta dalle strutture simboliche del mondo circostante.
Il linguaggio e il nonsenso: il simbolico
Il Paese delle Meraviglie è popolato da personaggi che giocano con il linguaggio in modo paradossale e illogico. Il Cappellaio Matto, ad esempio, afferma: “Non c’è tempo da perdere!” mentre è sempre in ritardo. Questi giochi verbali evidenziano la dimensione simbolica del linguaggio, che può essere manipolata e distorta. In Lacan, il simbolico è il registro della legge, del linguaggio e dell’ordine sociale, ma qui viene messo in crisi dal nonsenso che permea il mondo di Alice.
Il soggetto e l’Altro: l’immaginario
Alice si confronta continuamente con figure autoritarie e misteriose, come la Regina di Cuori e il Gatto del Cheshire. Questi incontri rappresentano il registro immaginario, legato all’immagine di sé e all’identificazione con l’Altro. La Regina di Cuori, con il suo comando “Tagliatele la testa!”, incarna l’autorità che definisce l’identità attraverso il riconoscimento e la punizione. Il Gatto del Cheshire, che appare e scompare a piacimento, simboleggia l’Altro come presenza sfuggente e ambigua, che sfida le certezze di Alice.
Alice e il godimento femminile
In Lacan, il godimento femminile è qualcosa che sfugge alla legge fallica e non può essere completamente simbolizzato. Alice, con la sua curiosità insaziabile e il suo corpo che non si conforma alle aspettative, rappresenta una forma di godimento che non si lascia ridurre a norma. Il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie è un’esplorazione di un mondo che non risponde alle leggi della logica e del linguaggio, ma che offre uno spazio per un’esperienza di godimento che eccede ogni controllo simbolico.
Conclusione
L’opera di Lewis Carroll, attraverso il viaggio di Alice, offre una rappresentazione della soggettività che attraversa i registri del simbolico, dell’immaginario e del reale. In questo mondo, il corpo che cambia, il linguaggio che vacilla e l’Altro che sfugge creano uno spazio in cui il soggetto può confrontarsi con le proprie identificazioni, le proprie leggi e il proprio godimento. Alice nel Paese delle Meraviglie, letto attraverso la psicoanalisi lacaniana, diventa così una metafora della condizione umana, in cui il soggetto è sempre in viaggio, sempre alla ricerca di un senso che non si lascia mai completamente afferrare.
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Bibliografia
Lacan, J. (1966). Hommage à Lewis Carroll. Trasmissione radiofonica, France Culture.
Carroll, L. (1865). Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Milano: Mondadori.
Yansori, A. (2025). Alice’s Adventures in Lacan-Land: Demystifying Lacanian Psychoanalysis. Routledge.