Adattarsi non significa solo funzionare
In psicoanalisi, e in particolare secondo Jacques Lacan, l’adattamento non coincide con il semplice “funzionare bene”. Non è solo efficienza o inserimento sociale. È piuttosto il modo in cui il soggetto si colloca nel discorso dell’Altro: l’insieme di leggi, aspettative, ruoli e valori che lo circondano.
Fin dalla nascita, entriamo in un mondo di parole, norme e richieste. Lacan chiama questo insieme l’Altro (con la A maiuscola): non è una persona, ma il linguaggio, la cultura, le istituzioni. Adattarsi significa confrontarsi con ciò che l’Altro vuole da noi — ma anche con ciò che non possiamo essere per lui.
Adattamento e invisibilità
Pensiamo a un giovane migrante: nel suo paese era studente, figlio, tecnico. Nel nuovo contesto è visto solo come manodopera. Questo mancato riconoscimento può generare disagio, apatia, sintomi. Il problema non è la “scarsa motivazione”: è il desiderio che non trova posto. Il soggetto si sente invisibile.
Lacan individua al centro dell’identità un significante fondamentale, chiamato significante padrone (S1). È una parola o un’idea che organizza il senso di sé: “insegnante”, “giusto”, “madre”, “lavoratore instancabile”… Ma se questo significante ci è imposto, o viene meno, può generare smarrimento o vuoto.
Accade, ad esempio, in certi percorsi lavorativi protetti per persone con disabilità. Anche se l’attività è utile, se non tocca il desiderio rimane esterna, meccanica. Non trasforma il soggetto, non incide sulla sua posizione nel mondo. Il lavoro, per essere esperienza viva, deve avere senso soggettivo.
Oggetto a: la causa del desiderio
Un concetto centrale è l’oggetto a: non è un oggetto materiale, ma ciò che ci manca e ci spinge a desiderare, a creare, a legare. È la causa del desiderio. Non è ciò che siamo, ma ciò attorno a cui ci costituiamo. Ritrovare un legame con questo oggetto permette di tornare a vivere, anche se in modo fragile.
Il rischio è che l’ambiente sociale riduca le persone a funzioni: “quello che produce”, “quella che assiste”. Qui l’adattamento si trasforma in alienazione: il soggetto si adegua, ma smette di esistere come soggetto desiderante. La sua parola si spegne.
Inventare una posizione propria
La psicoanalisi non propone tecniche per adattarsi meglio. Offre piuttosto uno spazio per trovare una posizione singolare nel legame sociale. Non si tratta sempre di ribellarsi, ma di inventare un modo proprio di esserci, anche nei limiti.
Viviamo in un tempo che esige flessibilità continua. Ma il vero benessere non nasce dalla conformità. Nasce dalla possibilità di esprimere qualcosa di proprio, nel lavoro, nei legami, nella vita. Solo così si può parlare di un adattamento che non annulla il soggetto, ma lo include.