La fine di una terapia psicoanalitica, in chiave lacaniana, non è mai identica per tutti e non coincide con il semplice “stare meglio” o “aver risolto i sintomi”.
Riassumo i punti essenziali:
1. Non è una guarigione totale
La psicoanalisi non promette la cancellazione definitiva del sintomo o la conquista di una vita “senza conflitti”. Piuttosto, il lavoro porta il soggetto a trasformare il proprio rapporto con il sintomo, a decifrarne il senso inconscio e a ridurre il peso della ripetizione.
2. La caduta del soggetto supposto sapere
Il motore dell’analisi è il transfert, cioè l’attribuzione all’analista di un sapere sul proprio enigma. La fine dell’analisi coincide con la caduta di questa supposizione: il paziente non attribuisce più all’analista il sapere sulla sua verità, ma riconosce di essere lui stesso l’autore — e al tempo stesso l’effetto — del proprio discorso inconscio.
3. L’incontro con il reale
Lacan sottolinea che un’analisi porta fino a un punto d’incontro con il reale: ciò che non può essere simbolizzato o pienamente detto. Il soggetto impara ad assumere il proprio modo singolare di rapportarsi a questo reale, piuttosto che subirlo passivamente.
4. L’elaborazione del sintomo
Alla fine di un percorso, il sintomo non sparisce necessariamente, ma si rimodella: smette di essere un ostacolo incomprensibile e può diventare una risorsa, un modo inventivo di vivere. È ciò che Lacan chiama il “sinthomo”: una modalità propria, non più patologica, di tenere insieme il proprio desiderio e la propria vita.
5. Il sapere sul proprio inconscio
Il paziente non dipende più dall’analista per leggere i propri sogni, lapsus, ripetizioni. Acquisisce una familiarità con il funzionamento del proprio inconscio e può continuare a vivere senza restare intrappolato nello stesso circuito di sofferenza.
6. Un’uscita singolare
Ogni fine è diversa:
per alcuni coincide con la possibilità di fare scelte nuove che prima sembravano impossibili;
per altri con la capacità di accettare un limite che non poteva essere simbolizzato;
per altri ancora con l’invenzione di un proprio modo di tenere insieme desiderio, godimento e legame sociale.
👉 In breve: una terapia psicoanalitica finisce quando il soggetto non ha più bisogno dell’analista come garante del suo sapere, quando ha trasformato il proprio rapporto con il sintomo e ha trovato un modo singolare di abitare il proprio desiderio. Non è una conclusione “standard”, ma un atto unico, che appartiene a ciascun percorso.
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