1. La posizione di Lacan: una scienza rigorosa ma diversa dalle scienze naturali
2. Le riserve del mondo scientifico
Molti ritengono che il linguaggio di Lacan, altamente simbolico e formalizzato, sia troppo distante dai metodi empirici per poter essere definito scientifico.
3. Le divisioni interne alla psicoanalisi
Anche dentro il mondo psicoanalitico le posizioni divergono:
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Gli eredi lacaniani (soprattutto della Scuola di Miller, Milner, Badiou, Recalcati in parte) difendono l’idea che la psicoanalisi sia una scienza logica del soggetto.La sua scientificità non starebbe nella verifica empirica, ma nella coerenza formale del suo discorso e nella ripetibilità del dispositivo clinico (il transfert, l’interpretazione, il sintomo).
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I freudiani classici e molti kleiniani preferiscono parlare di “disciplina clinica fondata sull’esperienza”, non di scienza.Sottolineano che il cuore dell’analisi è la relazione umana e non una struttura logica astratta.
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Gli psicologi del sé o gli analisti relazionali (soprattutto nel mondo anglosassone) rifiutano quasi del tutto l’idea di scientificità lacaniana: per loro, la psicoanalisi è una forma di ermeneutica clinica, un modo di comprendere le narrazioni del soggetto.
4. Le letture filosofiche contemporanee
Diversi filosofi, però, hanno preso sul serio la proposta di Lacan:
- Alain Badiou e Jean-Claude Milner parlano della psicoanalisi come di una scienza del reale, una scienza che non elimina il soggetto ma lo produce come effetto di sapere.
- Slavoj Žižek la difende come “contro-scienza”: una disciplina che mostra il limite interno di ogni sapere totalizzante.
- Al contrario, Paul Ricoeur e Habermas la leggono come ermeneutica del sé, non come scienza logica.
Dunque, nella filosofia contemporanea la posizione di Lacan è apprezzata ma non universalmente accettata: è considerata una sfida ai confini della scienza, non un modello consolidato.
5. Una scienza “altra”
Come dice Lacan nel Seminario XI:
“La psicoanalisi è la scienza di ciò che la scienza rifiuta: il soggetto.”
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