Lacan rielabora il mito di Edipo Re di Sofocle all'interno di un quadro teorico che va oltre la lettura freudiana del complesso di Edipo. Per Freud, il complesso di Edipo è il conflitto che si verifica nell’infanzia, quando il bambino desidera la madre e percepisce il padre come un rivale. In questa visione, la risoluzione del complesso consente al bambino di entrare nell’ordine simbolico e di sviluppare il suo desiderio in modo adeguato. Lacan, tuttavia, rilegge il mito di Edipo come un esempio della struttura del soggetto nel linguaggio, enfatizzando come il desiderio umano sia sempre catturato dal simbolico e dalla mancanza strutturale che lo accompagna.
1. Il destino significante e l'anticipazione simbolica
Lacan sottolinea che la tragedia di Edipo non è solo il risultato di un conflitto edipico, ma il simbolo della condizione del soggetto parlante, che è sempre già strutturato da una rete di significanti. Il destino di Edipo, infatti, è scritto ancor prima della sua nascita, attraverso la profezia che lo condanna a uccidere il padre e sposare la madre. Questo segna l’ingresso del soggetto nel simbolico, dove la sua esistenza è determinata dalla presenza di significanti precedenti alla sua volontà.
Il fatto che Edipo tenti di sfuggire al suo destino, allontanandosi da Corinto, non fa che realizzarlo. La sua azione dimostra che il soggetto non è mai padrone del proprio destino, ma è sempre già immerso in una trama significante che lo precede. Lacan esprime questa idea attraverso il concetto di anticipazione simbolica: il significante del destino (la profezia) struttura la vita del soggetto ancor prima che egli possa prendere una decisione. Il soggetto è sempre "parlato" dal significante, e il suo tentativo di sfuggire a questo destino ne segna la realizzazione.
2. Il Nome-del-Padre e la sua funzione simbolica
Nel mito di Edipo, la figura del padre è centrale. Lacan interpreta il Nome-del-Padre come il significante che introduce il soggetto nell'ordine simbolico, regolando il desiderio e limitando l’accesso alla madre. Il Nome-del-Padre è il principio di castrazione, ossia la separazione del desiderio della madre e la sua incanalamento in un ordine simbolico, che impedisce l’"infinità" del desiderio e favorisce la strutturazione del soggetto come "mancante".
Nel caso di Edipo, la funzione del padre è presente, ma è dislocata. Edipo non sa chi è suo padre, e quindi non può riconoscere la funzione paterna in modo simbolico. Questo disallineamento impedisce a Edipo di entrare pienamente nel simbolico e di riconoscere il proprio desiderio. La sua tragedia non è causata dall'assenza del padre, ma dal fatto che il Nome-del-Padre è "velato" o "occluso" da una catena significante che non gli permette di identificarlo come tale fino al momento della rivelazione.
3. La scoperta del desiderio e la castrazione simbolica
Quando Edipo scopre la verità sulla sua origine, si confronta con la propria castrazione simbolica. La castrazione, per Lacan, non è tanto una perdita fisica, ma un momento fondamentale nella strutturazione del soggetto, un momento in cui il soggetto riconosce di non essere "padrone" del proprio desiderio. La scoperta di Edipo di essere il parricida e l'incestuoso segna il momento in cui si scontra con il limite imposto dal Nome-del-Padre, che è la verità sulla sua mancanza.
Il gesto simbolico di Edipo, che si acceca per punirsi, è il riconoscimento della sua verità come soggetto mancante. La cecità non è solo fisica, ma simbolica: Edipo è "cieco" rispetto al proprio desiderio fino a che non si trova di fronte alla verità tragica. Questo è il momento in cui il soggetto si confronta con la mancanza strutturale che lo costituisce, e l’unica risposta che trova è un gesto di annullamento (l’accecamento).
4. Il sapere e la verità del desiderio
Un altro punto chiave della lettura lacaniana riguarda la relazione tra Edipo e il sapere. Quando Edipo risolve l'enigma della Sfinge, crede di essere in possesso del sapere, ma la verità che rivela non è una verità che il soggetto possiede. Lacan introduce il concetto di soggetto supposto sapere: il soggetto non è mai in grado di possedere completamente il sapere, ma è sempre "parlato" dal sapere dell’Altro. In questo caso, la Sfinge pone un enigma che Edipo risolve correttamente, ma che riguarda direttamente lui: la risposta all’enigma è la descrizione della vita umana, di Edipo stesso. Tuttavia, la verità che Edipo scopre è troppo tardi, e ciò che rivela è solo il senso tragico del suo destino.
Questa scoperta segna il confronto con il vuoto significante, il momento in cui il soggetto, cercando la verità del proprio desiderio, si scontra con una mancanza che non può mai essere colmata. La verità di Edipo non è una verità piena e soddisfacente, ma una verità che lo conduce a una condizione di incompletamento e di accecamento simbolico.
5. Edipo come paradigma del soggetto parlante
Il mito di Edipo, nella lettura lacaniana, non è solo la storia di un conflitto edipico, ma un esempio di come il soggetto si struttura nel linguaggio. Edipo rappresenta il soggetto moderno, quello che cerca la verità sul proprio desiderio, ma che scopre solo la mancanza che lo costituisce. Il suo dramma non è solo quello di aver compiuto il parricidio e l'incesto, ma quello di essere un soggetto che si confronta con la propria condizione di mancanza, senza mai poterla colmare.
Lacan, dunque, legge il mito di Edipo come il paradigma del soggetto che cerca di comprendere il proprio desiderio, ma che, nel farlo, si scontra con una struttura simbolica che lo precede, e che lo limita. La tragedia di Edipo non è tanto la realizzazione di un errore, ma l’inevitabilità di un destino che è scritto nel linguaggio e nel simbolico, ben al di là del controllo o della volontà del soggetto.
Conclusione
La lettura lacaniana di Edipo Re trasforma il mito in una riflessione sulla struttura del desiderio e sul destino del soggetto nel linguaggio. Edipo non è solo un soggetto che cerca di risolvere il proprio complesso di Edipo, ma un soggetto che si confronta con l’impossibilità di affermare un significato definitivo. La sua tragedia è quella di un soggetto che, pur attraversando il simbolico, non riesce mai a riconoscere pienamente il proprio posto in esso, trovando solo la verità della propria mancanza.
Bibliografia:
Lacan tratta di Edipo Re in diversi momenti del suo insegnamento, ma i riferimenti più significativi si trovano nei seguenti seminari e scritti:
1. Seminario III - Le psicosi (1955-1956)
Qui Lacan distingue la forclusione del Nome-del-Padre nelle psicosi dalla dinamica edipica, chiarendo che in Edipo Re il problema non è la forclusione del padre, ma la sua mancata identificazione.
2. Seminario V - Le formazioni dell'inconscio (1957-1958)
Approfondisce il ruolo della funzione paterna e dell’effetto di significante nella costruzione del soggetto. Edipo è un esempio della potenza del significante: il suo destino è scritto nella profezia prima ancora che lui possa determinarlo.
3. Seminario VI - Il desiderio e la sua interpretazione (1958-1959)
È uno dei testi più importanti su Edipo Re. Lacan analizza Edipo come soggetto del desiderio e della mancanza. Mostra come la tragedia di Edipo non sia solo legata alla realizzazione dell'incesto e del parricidio, ma al suo confronto con la verità del proprio desiderio.
4. Seminario VII - L’etica della psicoanalisi (1959-1960)
Qui Lacan collega Edipo alla questione della hybris e del rapporto tra sapere e verità. L'enigma della Sfinge è visto come un momento chiave in cui Edipo crede di sapere, ma in realtà ignora la verità fondamentale su se stesso.
5. Scritti - Il mito individuale del nevrotico (1953)
Anche se non interamente dedicato a Edipo Re, in questo testo Lacan esplora come il mito edipico sia un mito strutturale del soggetto nevrotico, mostrando che la nevrosi riproduce la dinamica del desiderio edipico in una forma sintomatica.
6. Seminario XVII - Il rovescio della psicoanalisi (1969-1970)
Qui Lacan rivede la funzione del Nome-del-Padre e lo rapporta alla logica dei discorsi. Sebbene non si concentri esplicitamente su Edipo, rielabora il modo in cui il potere del padre viene sostituito da nuove forme di organizzazione del desiderio.
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