mercoledì 8 ottobre 2025

Al fondo del Discorso della scienza


Fin dalla sua nascita, la psicoanalisi ha abitato un territorio ambiguo rispetto alla scienza. Freud la concepiva come una disciplina capace di osservare e comprendere la mente umana con rigore scientifico, ma l’oggetto della psicoanalisi — l’inconscio — sfuggiva a qualsiasi misura diretta. Non è una regione nascosta della psiche, bensì un sapere non saputo che si manifesta attraverso sogni, lapsus e sintomi (Freud, 1900; 1920). La psicoanalisi, quindi, non si limita a descrivere comportamenti osservabili, ma interpreta ciò che il soggetto comunica indirettamente, ciò che sfugge al calcolo e alla previsione.


La scienza e l’esclusione del soggetto

Con Lacan, la questione del rapporto tra psicoanalisi e scienza si radicalizza. La scienza moderna, inaugurata da Galileo, produce conoscenza formalizzabile, universale e oggettiva, ma per farlo espelle il soggetto del desiderio (Lacan, 1966). In termini lacaniani, il soggetto barrato ($) viene escluso, mentre il sapere (S₂) si autonomizza, creando una realtà che funziona senza il suo contributo soggettivo.

Questa espulsione, però, non annulla il soggetto: essa genera un resto, ciò che Lacan chiama il sintomo. La psicoanalisi, in questo senso, emerge come il “sintomo del discorso della scienza”: nasce dallo stesso terreno che la scienza percorre, ma ne mostra la mancanza costitutiva (Lacan, 1972-1973). Dove la scienza cerca di eliminare l’imprevisto, il soggetto ritorna come traccia, come desiderio inesplicabile.


L’inconscio strutturato come linguaggio

Per Lacan, l’inconscio è strutturato come un linguaggio (Lacan, 1966). Questo significa che condivide con la scienza l’uso del simbolico, ma ne rovescia la logica: mentre la scienza formalizza e ordina, la psicoanalisi ascolta le fratture, gli slittamenti e le assenze del linguaggio. Il suo sapere non è cumulativo né universale; riguarda il soggetto nella sua irripetibilità, restituendo significato a ciò che il discorso scientifico ignora.


Scienza contemporanea e soggetto tecnologico

Nel XXI secolo, la scienza si è intrecciata con la tecnologia e il capitalismo, ridefinendo il soggetto umano. Le neuroscienze, l’intelligenza artificiale e la data science hanno trasformato il sapere scientifico in una forza produttiva e predittiva. L’ideale contemporaneo è padroneggiare ogni comportamento, misurare ogni emozione, modellare ogni desiderio.

Tuttavia, Vanheule (2011) sottolinea come la psicoanalisi possa dialogare con la scienza contemporanea senza ridursi a essa, offrendo strumenti per comprendere il soggetto singolare. Il sintomo, il sogno e l’atto restano esperienze che sfuggono alla mappatura algoritmica: ciò che la scienza calcola non coincide con ciò che il soggetto vive.


Neuroscienze, IA e il limite del sapere

Le neuroscienze hanno permesso di comprendere le basi biologiche dell’affettività e della memoria, ma, come evidenzia Kandel (2013), la mente non può ridursi al cervello. L’intelligenza artificiale simula il linguaggio, ma non desidera; può generare frasi, ma non sa cosa significhino per il soggetto. È in questa distanza tra calcolo e desiderio che la psicoanalisi trova il suo compito: far emergere il soggetto dove la scienza costruisce modelli, ma non esperienze.


Il reale del godimento

Lacan distingue il reale scientifico, misurabile e formalizzabile, dal reale analitico, ciò che non si lascia scrivere. La psicoanalisi affronta questo reale impossibile: il trauma, il sintomo, il corpo parlante. Non si tratta di correggere o eliminare, ma di dare parola all’impossibile, di restituire senso al desiderio che sfugge alla legge e al calcolo.


Etica della psicoanalisi oggi

In un’epoca dominata da algoritmi e tecnoscienza, la psicoanalisi mantiene aperta la domanda sul soggetto e sul limite del sapere. Non compete con la scienza per produrre dati o previsioni, ma ricorda che l’essere umano non coincide mai con la propria rappresentazione. Dove la scienza tace, l’inconscio parla: il desiderio, il godimento, il sintomo restano il luogo in cui il soggetto rivela la propria irriducibile singolarità.

La psicoanalisi contemporanea diventa così custode del soggetto, portando attenzione alla verità singolare che sfugge a ogni formalizzazione. Non offre soluzioni universali, ma apre spazi di ascolto e interpretazione, ricordando che la vita psichica non si lascia mai completamente catturare dal sapere.


Bibliografia

Freud, S. (1900). L’interpretazione dei sogni. Milano: Boringhieri.

Freud, S. (1920). Al di là del principio di piacere. Milano: Boringhieri.

Lacan, J. (1966). Écrits. Paris: Seuil.

Lacan, J. (1972-1973). Il seminario, libro XX: Il transfert. Milano: Raffaello Cortina.

Vanheule, S. (2011). The Subject of Psychosis and Science. London: Palgrave Macmillan.

Kandel, E. R. (2013). The Age of Insight. New York: Random House.





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