La psicoanalisi parte da un’idea semplice ma radicale: ogni soggetto è unico.
Il sintomo non è mai solo un disturbo da eliminare, ma un messaggio che porta con sé qualcosa della storia personale, dei desideri e delle difficoltà nel rapporto con gli altri. La psicoanalisi lacaniana chiama questo principio “scienza della singolarità”: ogni percorso è irripetibile, perché non esistono due soggetti uguali.
Depressione e ricerca di senso
Un soggetto arriva con apatia e perdita di interesse per le attività quotidiane. I manuali clinici descrivono questi fenomeni come depressione, ma la psicoanalisi guarda oltre: dietro a quei sintomi si nasconde spesso un conflitto interno, un senso di colpa o la difficoltà a dire “no” agli altri. In analisi, la depressione non è solo un disturbo da ridurre, ma un linguaggio da interpretare per restituire senso e parola a chi soffre.
Ansia e imperativi interiori
Un altro soggetto è tormentato da attacchi d’ansia. L’esperienza non si spiega soltanto in termini biologici: dietro l’ansia c’è spesso un imperativo interiore, un “devi” che spinge a inseguire la perfezione. La psicoanalisi aiuta a riconoscere questo comando nascosto – ciò che Lacan chiamava “significante padrone” – e a comprendere come orienti il rapporto con sé stessi e con gli altri.
Ossessioni e rituali quotidiani
C’è chi controlla ripetutamente di aver chiuso la porta. Per la psicoanalisi, quel gesto non è soltanto un’abitudine ansiosa, ma un rituale che media tra desiderio e regole interiori. Decifrarne il significato permette di capire come il soggetto costruisce la propria sicurezza, e come cerca un equilibrio tra ordine e caos interiore.
Psicosi e nuovi legami
Un soggetto vive esperienze persecutorie e costruisce un mondo di significati che sembrano scollegati dalla realtà condivisa. La psicoanalisi non si concentra tanto sul contenuto dei deliri, quanto sulla struttura che li sostiene. L’obiettivo è favorire nuove connessioni simboliche e relazionali, permettendo di ritrovare un posto nel legame sociale e di dare voce alla propria esperienza.
Psicoanalisi ed Evidence-Based Medicine
Oggi la clinica è dominata dal paradigma delle scienze sperimentali e della Evidence-Based Medicine (EBM). Si tratta di strumenti fondamentali: protocolli standardizzati e dati statistici servono a garantire efficacia e sicurezza nei trattamenti. Ma c’è un punto che resta fuori: la dimensione della singolarità.
La medicina evidence-based risponde alla domanda: “cosa funziona in media?”.
La psicoanalisi risponde invece a: “che senso ha per questo soggetto, in questo momento della sua vita?”.
Non è una contrapposizione, ma una differenza di campo. L’EBM lavora su popolazioni, la psicoanalisi su soggetti. La prima cerca regole generali, la seconda decifra messaggi unici. Entrambe sono necessarie, ma solo la psicoanalisi permette di ascoltare ciò che sfugge ai protocolli, cioè il modo in cui ciascuno dà forma al proprio sintomo e al proprio desiderio.
Conclusione
La psicoanalisi lacaniana si distingue perché non riduce il soggetto a diagnosi o statistiche. Ogni sintomo racconta una storia irripetibile, ogni persona ha una logica propria da scoprire. L’obiettivo non è adattare l’individuo a un modello standard, ma creare uno spazio in cui la sua singolarità possa emergere, essere ascoltata e trasformata.
È in questo che la psicoanalisi rimane, ancora oggi, la scienza della singolarità.
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