sabato 27 settembre 2025

Il marchese de Sade e l'imperativo del godimento


Il confronto di Jacques Lacan con il Marchese de Sade rappresenta un passaggio cruciale del suo insegnamento. Non si tratta soltanto di leggere Sade come autore libertino, ma di farne un luogo teorico privilegiato per interrogare il rapporto tra legge, desiderio e godimento (jouissance). Nel Seminario VII, L’etica della psicoanalisi (1959-1960) e soprattutto nel saggio Kant avec Sade (1963), Lacan sviluppa questa prospettiva con rigore.


1. Kant avec Sade: due imperativi assoluti

Lacan accosta Sade a Kant non come opposti, ma come complementari. L’imperativo categorico kantiano prescrive: “Agisci solo secondo quella massima che tu possa volere diventi legge universale”. A questo Sade risponde con il suo imperativo del godimento: “Io devo godere, e non c’è nulla che possa opporsi a questa legge”.

Lacan commenta: «Il marchese de Sade, col suo imperativo di godere, non fa che mettere a nudo l’altro lato dell’imperativo kantiano» (Kant avec Sade, in Écrits). In altre parole, Sade mostra il rovescio pulsionale di quella Legge che Kant aveva voluto fondare sulla pura ragione.


2. Il godimento come rovescio della Legge

Per Lacan, l’opera di Sade dimostra che la Legge non è mai pura forma morale: porta sempre con sé un legame con il godimento. «Non c’è Legge che non comporti un resto di jouissance» (Seminario VII). In questo senso, Sade “completa Kant”: dove il filosofo di Königsberg separa il dovere dal desiderio, Sade mostra che dietro il dovere si nasconde un comandamento al godimento.


3. La posizione del soggetto sadiano

Dal punto di vista clinico, Lacan legge Sade come paradigma della perversione. Il sadico non gode isolatamente: ha bisogno dell’Altro come scena e garanzia. Nei suoi scritti, Sade lo formula con chiarezza: «Il mio unico piacere è nel vedere l’altro soffrire; ma questo piacere non è arbitrario, è il mio dovere, perché la natura lo esige» (La filosofia nel boudoir).

Lacan sottolinea come il sadico non si percepisca come carnefice, ma come strumento della Legge: «Il soggetto perverso non si pone mai come autore del proprio atto, ma come esecutore di una volontà superiore» (Seminario VII). È questo che distingue la perversione dalla semplice crudeltà: essa si fonda su una struttura di Legge e di universalità.


4. Sade e il fantasma

Il contributo di Sade è per Lacan decisivo per comprendere la logica del fantasma perverso. Ogni fantasma sostiene il soggetto nella sua posizione desiderante; nel sadismo, esso si costruisce intorno alla formula: «Io agisco perché l’Altro goda». Il sadico si mette così al servizio di un godimento che non gli appartiene del tutto, ma che proviene dall’Altro come luogo della Legge.

Lacan lo esprime con forza: «Il perverso si offre come strumento della jouissance dell’Altro» (Seminario VII). Sade mette in scena questa logica fino all’estremo, mostrando che la perversione è una forma rigorosa di obbedienza a un imperativo, non un semplice capriccio.


5. Conseguenze etiche

Da questa lettura nasce una lezione più ampia: non esiste etica senza un rapporto con il godimento. «Il comandamento sadiano, per quanto insostenibile, ci mostra che l’etica non può mai ignorare la jouissance» (Kant avec Sade).

Per questo Lacan propone un’altra via: non l’imperativo sadiano del godere, né il rigore kantiano del dovere puro, ma l’etica della psicoanalisi, centrata sul non cedere sul proprio desiderio. È questa, per lui, la posta in gioco del lavoro analitico: riconoscere che ogni legge è attraversata dal godimento, senza ridurre il soggetto a mero ingranaggio dell’imperativo di godere.


Conclusione

Sade, nella lettura lacaniana, non è soltanto uno scrittore scandaloso ma un pensatore che, più di altri, rivela il nucleo nascosto della Legge. Accostato a Kant, diventa il suo rovescio necessario. La psicoanalisi, da parte sua, non si colloca né dalla parte di Kant né da quella di Sade: essa cerca un’etica diversa, che non imponga né il sacrificio assoluto né il godimento assoluto, ma la fedeltà singolare al desiderio.


Bibliografia essenziale

Lacan, J. (1960). Le Séminaire, Livre VII: L’éthique de la psychanalyse. Paris: Seuil, 1986.

Lacan, J. (1963). Kant avec Sade. In Écrits. Paris: Seuil, 1966.

Sade, D.A.F. (1795). La philosophie dans le boudoir. Paris.

Miller, J.-A. (1996). Extimité. Paris: Seuil.

Žižek, S. (1992). Il godimento come fattore politico. Milano: Cortina.




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