Introduzione
La soggettivazione, intesa in senso psicoanalitico come emergenza del soggetto a partire dalla divisione interna tra desiderio, legge e godimento, assume nelle diverse civiltà connotazioni radicalmente differenti. Nel caso della cultura indiana, la letteratura psicoanalitica, da Sudhir Kakar a Gananath Obeyesekere, ha proposto letture originali della mente e della soggettività, che si distanziano significativamente dal modello occidentale edipico e nevrotico. In chiave lacaniana, è opportuno precisare che non si tratta di una soggettività priva di mancanza o di barratura dell’Altro, ma piuttosto di un'articolazione simbolica e fantasmaticamente diversa di questi elementi.
1. L’ordine cosmico e la soggettivazione rituale
La cultura vedico-induista tradizionale si fonda su un’ontologia relazionale, dove l’individuo non si concepisce come autonomo, ma come parte di un ordine cosmico già dato: il Dharma. Tale ordine non è vissuto come interdicente nel senso occidentale (padre edipico), bensì come orizzonte simbolico di senso e ruolo. Come scrive Kakar:
«Il Sé è definito dalla sua funzione all’interno di una rete di relazioni ritualizzate; la tensione edipica è spesso assorbita nella continuità con la figura materna e nella ritualizzazione della funzione paterna»
(Kakar, The Inner World, 1978, p. 88).
Questo porta a una soggettivazione che non rifiuta l’Altro, ma tende a non tematizzarne l’assenza o la castrazione nel modo tipico della nevrosi occidentale.
2. Il Sé come illusione: dissoluzione più che conflitto
In alcune forme di spiritualità indiana (soprattutto buddista, ma anche nell'Advaita Vedanta), la soggettività è problematizzata come illusione (maya) da superare. Qui l’obiettivo non è la realizzazione del soggetto ma la dissoluzione del Sé nell’Uno o nel vuoto. Žižek commenta:
«Nel buddismo, il soggetto non è un vuoto costitutivo ma un’illusione da smascherare. Non c’è soggetto come mancanza, ma solo flusso»
(Žižek, Less Than Nothing, 2012, p. 478).
Tale orientamento suggerisce una soggettività poco attraversata dalla divisione simbolica, dove il desiderio viene trasceso piuttosto che elaborato come mancanza.
3. Diagnosi strutturale e lettura lacaniana
Applicando con cautela la griglia diagnostica lacaniana, possiamo ipotizzare che:
- La nevrosi isterica, fondata sul desiderio dell’Altro barrato, sia meno diffusa nella soggettivazione indiana tradizionale, dove l’Altro (familiare, rituale, divino) è vissuto come consistente e ordinatore, anche se non privo di ambivalenze.
- Forme di ossessività rituale possono essere più comuni, in quanto il soggetto si posiziona nel proprio ruolo attraverso ripetizioni simboliche, senza entrare nel conflitto col Padre simbolico nel senso edipico stretto.
- L’assenza di rottura simbolica (in senso lacaniano) può predisporre, in alcuni casi, a una soggettivazione perversa nel senso sistemico, dove il godimento si mantiene entro il circuito simbolico senza castrazione esplicita.
- La tendenza alla dissoluzione del Sé, in alcune pratiche religiose o mistiche, può infine aprire il campo a forme psicotiche latenti o a soggettivazioni borderline, nei casi in cui non vi sia sufficiente ancoraggio simbolico individuale.
Tuttavia, questi elementi non costituiscono una diagnosi generalizzata della società indiana, ma rappresentano tipi ideali interpretativi.
Conclusione
La soggettivazione nella cultura indiana non può essere intesa come priva di legge o di mancanza, ma come organizzata attorno a una simbologia differente da quella giudaico-cristiana. Il soggetto non è negato, ma non emerge principalmente come effetto del conflitto edipico, bensì come funzione relazionale e cosmica. Questo sposta l’asse dalla nevrosi classica a forme di soggettività più fluide, ritualizzate o dissolventi, che richiedono un’analisi clinica e culturale attenta alle specificità storiche e simboliche.
Bibliografia essenziale
- Kakar, S. (1978). The Inner World: A Psychoanalytic Study of Childhood and Society in India. Delhi: Oxford University Press.
- Žižek, S. (2012). Less Than Nothing: Hegel and the Shadow of Dialectical Materialism. London: Verso.
- Obeyesekere, G. (1981). Medusa’s Hair: An Essay on Personal Symbols and Religious Experience. Chicago: University of Chicago Press.
- Han, B.-C. (2010). La società della stanchezza. Nottetempo.
- Berardi, F. (2009). La fabbrica dell’infelicità. DeriveApprodi.
- Lacan, J. (1966). Écrits. Seuil.
- Lacan, J. (2005). Il seminario, Libro XI: I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi. Einaudi.
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