Introduzione
L'Orestiade di Eschilo offre una narrazione complessa che segna il passaggio dalla giustizia primitiva del sangue alla giustizia regolata dalla legge simbolica. In questa tragedia, il ciclo di vendetta che attraversa la casa di Atreo trova la sua conclusione nell'intervento di un'istituzione simbolica, rappresentata dalla Corte di Areopago, che porta una nuova forma di ordine. Questo processo di transizione può essere letto in chiave lacaniana come un passaggio dalla legge arcaica e dalle forze del Reale alla Legge simbolica, che è centrata sull'introduzione del Nome-du-Père, il significante fondamentale che stabilisce l'ordine simbolico.
Il Reale Arcaico: La Giustizia del Sangue e la Vendetta
Nel primo atto della tragedia, Agamennone, si delinea una giustizia che opera secondo il ciclo infinito della vendetta. Questa giustizia è improntata all'idea di un Reale arcaico, dove l'ordine sociale e la moralità sono fondati sulla retribuzione diretta, immediata e senza mediazioni. L'omicidio di Agamennone da parte di Clitemnestra, che a sua volta vendica la morte della figlia Ifigenia, costituisce l'esempio perfetto di questo ordine di giustizia, che non conosce intermediazioni simboliche.
Dal punto di vista lacaniano, questo tipo di giustizia è connesso al Reale in quanto non è ancora regolato dal linguaggio simbolico. La vendetta diretta tra le figure familiari rappresenta l'espressione di un ordine privo di simbolizzazione, dove il desiderio e il riconoscimento sono veicolati attraverso atti di violenza diretti. In tale contesto, il desiderio non è ancora separato dall'oggetto, e la violenza diventa l'unica via per affermare una forma di giustizia, senza la mediazione del significante che permette la simbolizzazione del conflitto.
Il Passaggio alla Legge Simbolica: Il Ruolo del Nome-del-Padre
Il vero punto di rottura in Le Coefore e Eumenidi arriva quando la vendetta, che ha governato la casa di Agamennone, lascia spazio a un ordine simbolico, rappresentato dalla legge. La Corte di Areopago, istituita da Atena, interviene per porre fine al ciclo di violenza e stabilire una nuova forma di giustizia. La giustizia non è più quella del sangue, ma quella regolata dalla legge, simbolicamente rappresentata dal Nome-du-Père.
In Lacan, il Nome-du-Père è il significante che funge da mediatore tra il soggetto e il desiderio, separando il soggetto dall'oggetto del desiderio e permettendo l'ingresso del soggetto nell'ordine simbolico. Come afferma Lacan nel Seminario I, il Nome-du-Père è il principio che consente al soggetto di accedere alla cultura e al linguaggio, attraverso un atto di castrazione simbolica (Lacan, Seminario I, 1988). In questo senso, il passaggio da una giustizia primitiva a una giustizia simbolica segna la nascita del soggetto come entità simbolica, regolata dalla legge e dal linguaggio.
La Trasformazione delle Erinni in Eumenidi: La Legge Simbolica che Prende Forma
La trasformazione delle Erinni in Eumenidi rappresenta un punto cruciale di questa transizione. Le Erinni, che incarnano la giustizia della vendetta e la necessità del pagamento per il sangue versato, sono spogliate della loro natura arcaica e "selvaggia" quando accettano la mediazione simbolica. Questo momento rappresenta l'ingresso di un ordine superiore: la legge che non è più una giustizia del sangue, ma una giustizia simbolica, che si fonda sul riconoscimento della separazione tra il soggetto e il suo desiderio.
Secondo Žižek, questo passaggio è essenziale per la comprensione della tragedia come metafora del passaggio da una giustizia "soggettiva" a una "oggettiva", dove il riconoscimento della legge simbolica permette di interrompere il ciclo di violenza. La trasformazione delle Erinni in Eumenidi, quindi, segnala l'adozione di una giustizia universale che agisce a livello simbolico, e non più su un piano personale e immediato (Žižek, The Parallax View, 2006).
Il Ruolo di Oreste: Accettare la Legge e la Castrazione Simbolica
Oreste, il protagonista che si trova nel mezzo di questa transizione, è costretto ad affrontare una scelta tra la vendetta e l'accettazione della legge. Il suo atto di accettare il giudizio della Corte di Areopago, pur essendo responsabile di un omicidio, rappresenta l'accettazione del Nome-du-Père e della legge simbolica. Questo atto segna l'ingresso di Oreste nell'ordine simbolico, attraverso il riconoscimento che la legge deve prevalere sul desiderio personale.
Come Lacan spiega, l'introduzione del Nome-du-Père è essenziale per separare il soggetto dal suo desiderio, creando una barriera tra il soggetto e l'oggetto del desiderio (Lacan, Écrits, 1977). Oreste, accettando la castrazione simbolica della legge, si libera dal ciclo di vendetta e si apre a un nuovo ordine simbolico che governa le sue azioni.
Conclusioni
In conclusione, la lettura lacaniana dell'Orestiade di Eschilo mostra come la tragedia esprima il passaggio da una giustizia arcaica e immediata a una giustizia simbolica, che trova il suo culmine nell'adozione della legge rappresentata dal Nome-du-Père. Il processo di purificazione, che passa per la trasformazione delle Erinni in Eumenidi, riflette l'ingresso del soggetto nell'ordine simbolico, dove il desiderio è regolato e separato dal sangue. Questo passaggio dalla giustizia primitiva alla legge simbolica non solo costituisce un momento cruciale per la tragedia, ma offre anche una riflessione sul modo in cui il soggetto, attraverso l'accettazione della legge simbolica, diventa parte di un ordine che va oltre il desiderio immediato e l'autogiustizia.
Bibliografia
- Lacan, Jacques. Écrits: A Selection. Translated by Alan Sheridan, W.W. Norton & Company, 1977.
- Lacan, Jacques. The Seminar of Jacques Lacan, Book I: Freud's Papers on Technique. Edited by Jacques-Alain Miller, translated by John Forrester, W.W. Norton & Company, 1988.
- Žižek, Slavoj. The Parallax View. MIT Press, 2006.
- Eschilo, Aeschylus. The Oresteia. Translated by Robert Fagles, Penguin Classics, 1984.
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