venerdì 4 aprile 2025

Marx con Lacan: soggettività, godimento e legame sociale





 



1. L’incontro: oltre la dicotomia struttura/soggetto

Mettere Marx con Lacan non significa solo accostare due nomi, ma pensare una forma di dialettica trasversale tra struttura economico-sociale e inconscio soggettivo. È un’operazione che ha attraversato il pensiero del Novecento, e che ha trovato formulazioni significative soprattutto in Louis Althusser, che già negli anni ’60 cercava una “lettura sintomatica” di Marx influenzata da Freud e Lacan.

Althusser introduce il concetto di interpellazione ideologica, per cui il soggetto è chiamato ad esistere dentro i dispositivi ideologici del potere. È un primo ponte tra Marx e Lacan: il soggetto non è un punto di origine, ma un effetto. Tuttavia, mentre Althusser rimane su un piano quasi strutturalista, sarà Slavoj Žižek a introdurre il godimento, il desiderio, e il reale lacaniano all’interno del discorso marxista.

Con Žižek, il soggetto non è solo effetto di ideologia, ma eccedenza e impasse, punto di rottura della struttura stessa. In questo senso, il soggetto non è puramente determinato, ma porta in sé una possibilità di atto.


2. Ideologia, discorso e soggettivazione

Nel pensiero marxista classico, l’ideologia ha una funzione mistificatrice: nasconde i rapporti di produzione, rende naturali relazioni sociali storicamente determinate. Per Marx, la coscienza non determina la vita, ma è la vita sociale, materiale, a determinare la coscienza.

Althusser, nella sua riformulazione teorica, definisce l’ideologia come un sistema di rappresentazioni che “interpellano” gli individui come soggetti. Qui si innesta Lacan: l’interpellazione non è solo politica o istituzionale, ma simbolica, ossia mediata dal linguaggio. Il soggetto è strutturalmente alienato nel significante, perché non coincide mai con se stesso. L’identità che si costruisce è sempre un’effrazione, un effetto del discorso dell’Altro.

Ernesto Laclau e Chantal Mouffe portano questa riflessione sul terreno del discorso politico: ogni soggettività collettiva (il popolo, la classe, il genere) è un effetto discorsivo, costruito attraverso catene di equivalenze e antagonismi. Il “popolo” non pre-esiste, ma viene prodotto simbolicamente tramite un significante vuoto (come il Lacaniano S1) attorno a cui si aggregano domande sociali.

L’inconscio, allora, non è solo individuale, ma anche sociale: è il punto in cui i discorsi si intrecciano, falliscono, si condensano. In questo senso, il soggetto è sempre attraversato da tensioni tra identificazione e mancanza, tra narrazione dominante e desiderio proprio.


3. Il godimento come dispositivo di potere

Laddove Marx aveva visto nel lavoro alienato la forma principale di spoliazione, Lacan introduce un’altra figura del potere: il godimento (jouissance). Il capitalismo contemporaneo, soprattutto nella sua fase neoliberale, non reprime più: comanda di godere, di produrre se stessi come merci desiderabili, di essere liberi, creativi, performanti.

Slavoj Žižek analizza questa mutazione: il potere non vieta, ma eccita. L’ideologia non funziona più come censura, ma come incentivo al godimento. Il soggetto si trova intrappolato tra l’impossibilità del godere pienamente e l’obbligo di provarci comunque. È qui che il capitalismo diventa una forma di governamentalità libidica: ci colpevolizza non perché trasgrediamo, ma perché non siamo all’altezza del godimento che ci promette.

Questo produce soggetti angosciati, depressi, iperattivi o anestetizzati: il disagio nella civiltà capitalista, direbbe Freud, ha preso nuove forme.

Anche Dardot e Laval, pur non essendo lacaniani, mostrano come il neoliberismo impone una soggettività performante, imprenditoriale, flessibile. Lacan consente di leggere questa soggettività come costruita su un impossibile, su una mancanza fondamentale che nessuna prestazione può colmare.


4. Il sintomo come resistenza e atto

Nel pensiero di Jacques Rancière, il dissenso politico non nasce da una semplice rivendicazione, ma dalla rottura dell’ordine simbolico dominante. La politica è ciò che “interrompe il sensibile”, che mostra l’invisibile, che dà voce a chi era privo di parola. In ciò, si può leggere una consonanza profonda con la nozione lacaniana di atto soggettivo: l’atto non è una scelta volontaria, ma un taglio reale, una rottura che ridefinisce il campo simbolico.

Anche Alain Badiou, partendo da Lacan, legge la soggettività politica come fedeltà a un evento che rompe la continuità del sapere e del potere. Il soggetto non è dato, ma si costituisce nella fedeltà a ciò che eccede il simbolico: nella politica, come nell’amore, nella scienza o nell’arte.

Il sintomo, da questo punto di vista, non è solo un disturbo: può diventare luogo di verità, segnale di un’irriducibilità del soggetto alla norma. Il sintomo – come il proletariato in Marx – è scarto, resto, eccedenza, ma anche possibilità di nuova articolazione.


5. Lavoro sociale, educazione, disabilità

Applicare il pensiero di Marx con Lacan agli ambiti del lavoro educativo e sociale significa resistere alla tendenza normalizzante che rischia di dominare anche i servizi. Il soggetto, in particolare se marginale (disabile, migrante, povero), non può essere ridotto a un oggetto di intervento tecnico, ma è portatore di un desiderio, di una mancanza, di un linguaggio.

Nella clinica istituzionale di Mannoni e nell’esperienza post-basagliana, troviamo esempi concreti di come il soggetto disabile non venga incluso attraverso adattamento normativo, ma accolto nella sua irriducibilità, messo in posizione di parola. Lacan consente di leggere il gruppo, l’educazione, il legame sociale come luoghi di simbolizzazione e soggettivazione, non solo di cura o di assistenza.

In un contesto neoliberale che tende a fare del soggetto un “utente” o un “cliente”, ripensare il lavoro sociale con Marx e Lacan significa rimettere al centro il soggetto come mancanza, come enigma, come forza di rottura del discorso dominante.


6. Conclusione: soggetto e struttura, atto e mancanza

Marx con Lacan non è una sintesi, ma un campo di tensione. Non c’è un’identità tra inconscio e ideologia, tra discorso e struttura, ma una serie di scarti e sovrapposizioni che permettono di pensare la soggettività in modo più complesso. Il soggetto non è riducibile né alla posizione nella struttura né alla pura libertà dell’inconscio: è effetto e rottura, alienato e agente, determinato e imprevedibile.

È in questi interstizi che può nascere un pensiero critico all’altezza dei nostri tempi, capace di leggere tanto la violenza del godimento imposto quanto le possibilità di un atto soggettivo, politico, simbolico, che ridefinisca le regole del gioco.


Bibliografia di riferimento:

1. Marxismo e Lacan

  • Marx, Karl. Il Capitale. Edizione integrale.

  • Lacan, Jacques. Écrits (1966).

  • Žižek, Slavoj. The Sublime Object of Ideology (1989).

    • Esamina la relazione tra ideologia e desiderio attraverso la lente di Lacan e Marx, esplorando la funzione del godimento nel capitalismo.
  • Althusser, Louis. Pour Marx (1965) e Reading Capital (1968).

    • Althusser rilegge Marx in chiave strutturalista e introduce il concetto di "interpellazione", che rimanda alla psicoanalisi lacaniana per comprendere la formazione del soggetto.

2. Filosofia politica e soggettività

  • Laclau, Ernesto e Mouffe, Chantal. Hegemony and Socialist Strategy (1985).

    • Laclau e Mouffe sviluppano la teoria della "hegemonia" come forma di costruzione discorsiva del soggetto politico, prendendo spunto da Lacan per descrivere il soggetto politico come un effetto di discorso.
  • Rancière, Jacques. Disagreement: Politics and Philosophy (1995).

    • Rancière esplora la politica come interruzione del consenso simbolico, rivelando l'esistenza di un "soggetto dissenziente" che sfida l'ordine dato.
  • Badiou, Alain. Being and Event (1988).

    • Badiou sviluppa una teoria della soggettività legata all’evento e alla rottura, che può essere letta in dialogo con la filosofia lacaniana della soggettivazione.

3. Teoria critica e psicoanalisi

  • Dardot, Pierre e Laval, Christian. La nuova ragione del mondo: Critica del neoliberismo (2009).

    • Analizza come il neoliberismo governi attraverso la costruzione di soggetti performativi e autonomi, una lettura che può essere arricchita con il pensiero lacaniano sul desiderio e il godimento.
  • Fink, Bruce. The Lacanian Subject: Between Language and Jouissance (1995).

    • Un approfondimento del soggetto lacaniano, in particolare del suo rapporto con il linguaggio, il desiderio e il godimento, con una connessione implicita al marxismo.

4. Critica del neoliberismo e soggettività

  • Harvey, David. A Brief History of Neoliberalism (2005).

    • Harvey esplora l’ascesa del neoliberismo e le sue implicazioni per la soggettività e le strutture sociali, analizzando come il capitalismo oggi crei nuove forme di alienazione e desiderio.
  • Bifo, Franco Berardi. The Uprising: On Poetry and Finance (2012).

    • Berardi esplora la dimensione della precarietà e della produttività soggettiva nell'era neoliberale, indagando il rapporto tra lavoro, desiderio e soggettività in crisi.

5. Pedagogia, disabilità e politica

  • Mannoni, Octave. Je est un autre (1969).

    • Mannoni sviluppa una riflessione importante per l’educazione psicoanalitica, in particolare riguardo all’incontro con il soggetto disabile e alla costruzione della sua soggettività.
  • Basaglia, Franco. La realtà psichiatrica (1967).

    • Fondamentale per comprendere la sua riforma psichiatrica in Italia e l’importanza della costruzione di un nuovo "discorso del soggetto" fuori dalle strutture repressive.
  • Grosz, Elizabeth. The Ethics of Sexual Difference (1994).

    • Il lavoro di Grosz può essere utile per capire come il pensiero lacaniano può essere applicato al tema della differenza sessuale e alla sua relazione con le strutture sociali e politiche.

6. Marxismo e psicoanalisi: Approfondimenti contemporanei

  • Zizek, Slavoj. The Parallax View (2006).

    • Zizek continua a esplorare la relazione tra psicoanalisi e politica, approfondendo il significato della "contraddizione" nel capitalismo e la sua manifestazione nel soggetto.
  • Sapiro, Gabriele. Marx e la psicoanalisi: La crisi della soggettività moderna (2007).

    • Una riflessione teorica sulle implicazioni delle teorie lacaniane nella comprensione delle contraddizioni della modernità e della sua crisi soggettiva.

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